<<Di sera e al mattino, sgusciati fuori dalle nostre case anguste e affollate, contempliamo le maestose bellezze che quotidianamente ci avviluppano nel loro seno. Volentieri sfuggiremmo le barriere che rendono tali bellezze in parte impotenti, volentieri sfuggiremmo i sofismi e i ripensamenti così da consentire alla natura di estasiarci. La mite luce dei boschi è come un perpetuo mattino, è corroborante ed eroica. Le magie di questi luoghi, trasmesseci dell'antichità, si insinuano dentro di noi. I fusti dei pini, degli alberi e delle querce scintillano come ferro dinnanzi all'occhio eccitato. I muti alberi cominciano a persuaderci a vivere insieme a loro e ad abbandonare la nostra vita di solenni inezie. [...]
Quanto è stato agevole avanzare nel paesaggio che si schiudeva dinnanzi a noi, assorbiti da immagini sempre nuove e dal rapido susseguirsi di pensieri fino a che, gradualmente, persino il ricordo della nostra casa non è stato estromesso dalla mente e tutte le reminiscenze cancellate dalla tirannia del presente, e noi siamo stati portati in trionfo dalla natura>>.
Ralph Waldo Emerson, "Natura"
