THE BID Art Space Pesaro

U O M O R C H E S T R A

Video Art Sound Art Fotografia

Installazione multimediale

Live performance

18 gennaio - 25 gennaio

2020



UomOrchEstrA

di Carlo Fatigoni


“Il suono non esiste solo nel tuono e nel lampo, esiste anche nella trasformazione, nella lucentezza e nel colore. Un colore può essere ascoltato. La lingua è delle parole, il che significa che è dei suoni e dei colori”. (Nikola Tesla)


Premessa

UomOrchestra è il progetto che la Galleria BIDArt di Pesaro nella figura di Lorenzo Uccellini si appresta a concertare per l’inverno 2020 con la personale di Carlo Fatigoni e Florindo Rilli.

Che cosa è un Orchestra e cosa rappresenta nel momento in cui viene a confrontarsi con gli spazi di una Galleria d’Arte?

Innanzitutto Uomorchestra è “ l’atto dell’agire artistico che come una macchina di scena fa da propulsore e muove scenari possibili ”.

Questa Orchestra ha l’attore/regista che svolge tutti i ruoli. E’ l’artista contemporaneo che rappresenta questa molteplicità. Esso crea un suo ventaglio e con esso arieggia il chiuso mondo artistico. L’artista supera i ruoli, per necessità, deve assumere tutti i ruoli perché la società non vuole più rappresentarlo.

La fotografia, il video, il suono, la performance non sono che specificità, mezzi. Nessuna cifra ha il valore della schiettezza.

L’arte non può essere che macchina creativa energeutica.

E’ il concetto dell’atto e dell’azione: è l’energia dell’artista la sola che può procurarci effetto : la scena genera il concerto sufficiente a combinare le proprie e altrui visioni. Il tempo non esiste, solo tutto è presente.


Estratto

Tutto nasce dall’incontro di menti sciolte e da connessioni ideali (esiti) che generano sguardi su un mondo che non ci appartiene. La genesi quindi di un lavoro che vuole fuocalizzarsi sul ruolo dell’arte e dell’artista oltre il determinato.

Dal cinema delle origini fino a quello underground degli anni ’60 in Europa e negli States, nelle arti visive con il fu_turismo italo-russo e la visione elico/centrica dell’uomo che orchestra e mi riferisco ad artisti nella musica quali Avraamov, Russolo, Schaeffer, Scelsi, Cage, Zappa, nella fotografia con le origini del movimento ottico-cinetico (vedi Muybridge, ManRay fino a Bruce Weber) con gli esiti che conosciamo, nella scrittura con i caratteri sonico-teorici di Higgins e Lora Totino, l’uomorchestra vuole allargare ed annullare i confini nebbiosi e confusi dei generi a favore di una visione aperta di un’arte che non pretende più di innovare ma di prendere a se tutto il vuoto che la circonda e di lavorarci su. Per genere mi riferisco ai materiali utilizzati dall’artista, quel confine labile in cui la materia dovrebbe trovarsi a suo agio con il circostante e spesso non ci riesce, perché necessitante di alleggerirsi del peso inutile che tanta arte fasulla si trascina.


Uomo Vitruvio

Quando si incontra la figura nel nostro mondo e si cerca di circoscrivere l’operato dell’artista a tutte le teorie avverse, converse, che cercano una risposta: l’uomo è un universo, l’uomo e l’universo. Circoscrivere un corpo in una spazio, descriverlo misurarlo è stata una spinta a cercare leggi comuni che ci regolano. L’arte a proposito è una misuratrice eccellente, ma se Leonardo che sovrappone la sua visione a quella Vetruviana ci indica una speranza, noi non ne siamo più sicuri. Cerchiamo verifiche con la scienza, ma ci allontaniamo, diveniamo parziali ci frantumiamo. Ancora una volta l’uomo tenta di ri_orchestrare questo spazio fittizio e vuole confortarsi con le dimensioni, si ingigantisce e spreca energie e materia, non vuole ragionare al contrario: togliere diminuire, comprimere per svuotare e non per ottundere ed appesantire ancora il peso di una memoria oramai bolsa e assente.


Universo Altri

“ Guarda le stelle le disse sussurrando all’ orecchio, il cielo è diviso, esse non smettono di piangere” (saggio eschimese)

Ecco cosa ci dobbiamo aspettare dal cielo e dalle stelle, mi ripete di continuo l’amico agricoltore che stanco oramai di perdere il conto delle stagioni , non trova più il momento giusto per seminare ed a fatica raccoglie frutti senza sapore. L’Universo ci accoglie oramai titubante, non sente più le nostre voci, noi non sentiamo le sue. E’ un deserto, una distesa esangue di vacuità, di parole senza senso, nessuna bussola ci segnala meraviglie, ne sorprese, soltanto distrazioni.

L’altro non bussa più alla porta, non la vede neanche, per non parlare della finestra neanche uno sbirciare di sguincio, no, rimane lo spioncino per mettere in pace la coscienza oramai arida e senza speranza. L’io non esiste, l’altro nemmeno, resta da fare ben poco forse tentare l’impronunciabile, l’indicibile, l’incomunicabile.

Il cielo non si accorge di noi, ne noi di lui. Distrattamente....e vai con l’ego_ismo


Rito Mito

Quando ci troviamo di fronte al vuoto, lo confondiamo col nulla, non possiamo che rimanere inermi, ciechi, lontani dal rimando che gli antichi, come nel cullare strenuo delle onde, rimanevano attaccati all’eterno ritorno mai stanchi ne probi dal continuo ripetere seriale dell’ascolto e della visione. “….nella continua nenia dei giorni scorgevano il tanto di sacro che confortava questo terribile passaggio che è la vita, con i suoi rimandi, andirivieni incalcolabili, insostenibili pesi per la capacità che l’uomo ha di sopportare senza il dovuto sollievo che è riserva naturale del corpo….CF

Lo spirito del resto è una strada che la sola appannaggio del santo, del mistico, del folle, dell’inerme che non spera e non vuole conforto inutile dal sapere ne dal dovere.


Ritratto

Il mito ed il rito del ritratto si protrae oggigiorno all’infinito. Una ruota inesauribile di macchie che senza nessun valore si perdono all’orizzonte dei tempi (nostri?). Il ritratto quindi senza valore ci ammorba, ci inebria e ci insegue ad ogni angolo. Non sappiamo più orientarci in un moto perpetuo senza energia e con un magnetismo di rimando che specula le ultime forze del nostro ottuso essere non essere.


Suono sonantedissonante

L’ascolto ci potrebbe permettere di giocare un ruolo attivo in questa esistenza. Il valore propositivo che induce ad abbassare i nostri decibel discorsivi, correggendo fonemi e fonie con possibili trasformazioni del suono emesso: parole che ritrovano un senso e quindi un suono dove sintonizzarci all’universoaltro.


Architettura

Tutto ci appare disarmante. La velocità ci ha storditi. Estatizzati senza speranza. Il Post mortem tanto desiderato ha generato un allucinazione collettiva e lo stordimento scambia la verticalità costruttiva con l’estasi spirituale. Ci si inebria quel tanto dalle altezze che neanche un desiderio sano di volo ci rassicura. Non sentiamo le voci, ma solo il loro acufene: ecco l’architettura è diventata un acufene un eco insostenibile e fastidioso irradia paesaggi impossibili da vivere. L’architettura è nelle nostre mani. è virtuale, e velocemente scompare ai nostri occhi.


Eccologia

Ed arriviamo al tanto agognato problema: ec(c)ologia del pensiero. Ripulire, togliere, smussare, ri_vedere. Inquinamento del vedere e del sentire. La presunzione di poter scrivere sul pensiero sociale da parte di una società cieca e schiava del potere. L’ultima frontiera della modernità, il political correct” che vuole circoscrivere il pensiero che non può determinare. La paura è quella del diverso (quello vero).


Tec(no)logica

La musica Tec_no_logica può salvarci quel tanto che basta prima che si spenga la luce e vada Via la corrente (elettrica!).


Paesaggio denoaltri

Non esiste un tempo migliore di questo, mi sono chiesto all’indomani della decisione di proporre un progetto di mostra concertata con l’amico Florindo dopo un incontro ai vertici avvenuto qualche mese fa in quel di Cagli. La proposta subito accolta dal titolare della BID Art Gallery Lorenzo Uccellini è stata quella di una mostra evento con tanto di Orchestrazione in cui l’uomoartista pesca nell’insondabile mondo dell’arte con i mezzi che ha a disposizione. Con Florindo la collaborazione è di lunga data: dal 2000 abbiamo prodotto opere in collaborazione, dove i media si incontrano a cavallo delle arti. Florindo Rilli è quell’artista vero dove il confine tra sperimentazione e vita produce i migliori risultati. Con una formazione rigorosa e un tentativo di perfezione formale, si colloca tra le orbite della tradizione che per storia lo unisce idealmente da Man Ray a Moholy-Nagy, alla Woodman fino agli esiti della fotografia d’arte di Claudio Abate intimista. Per geografia al maestro Mario Giacomelli che dall’alto, con lo spirito, veglia le migliori menti del territorio marchigiano. La tematica del corpo in Florindo Rilli è fondamentale. Non desidera altro. E’ fondamento dell’agire, è conseguenza. Il colore, la luce, viene trattata nei fondamentali. Scolpisce nell’azione, si muove rapido e comunque performa sempre con l’oggetto in questione. Vuole determinare e portare all’estremo, non si accontenta. Muove l’immobile e viceversa. In mostra presenta una serie bipolare di impronta sonica. La prima è un omaggio al caro amico Luciano Daini scomparso recentemente in modo tragico. Già artista del suono, costruttore dei suoi strumenti e sensibile raffinato musicista. Florindo lo fotografa nel suo mondo. È un mondo dove non c’è trucco, dove non si finge con l’infinito. Il colore è etereo veramente. La traccia della figura è un aura morbida, gli occhi protendono all’oltre, non si adagiano, non dormono, hanno visto quanto basta. Luciano Daini era un vero artista. Ha dedicato la sua fragile-forte esistenza nel nome dell’arte. La musica per lui era veramente la vita. Lo avevo ribattezzato apertamente il Moondog ( Harry Partch) italiano. La sua musica, le sue armonie andavano ben oltre lo spettro del suono comune, una visione ossianica del perimetro dei sogni, lo volevano un combattente dello spirito, togliendo fronzoli ai rimasugli del canone sonoro comune. Il suono è padrone dei nostri destini e ci libera definitivamente dalle falsità. Luciano non ha colpe. Gli altri esseri spesso ne hanno. Florindo Rilli fa sua questa visione. Bisogna essere limpidi nel cogliere l’attimo. Musicali ed intuitivi quanto basta per non perdere il momento che, questo si, fugge e non torna più ai nostri occhi. La serie dedicata a Luciano è composta da sei foto ed ha come titolo “ Risuono ancora”.Ciao Luciano.

L’altra serie è un settenario in b/n che ha per titolo corpore sonoro (il suono di un corpo). Qui Lo strumento (sonoro) non è più simbolo. 

E’ la quotidiana strada, percorso, dove si misura, col corpo, il peso del corpo e della luce, è la legge di gravità che genera una prospettiva. La prospettiva. Con la luce Florindo riesce sempre a superare la prova con l’immagine.


Il mio lavoro in mostra è un percorso omaggio ai pionieri del suono. Dell’arte sonora. Per le opere da muro presento micrografie, libri, trascrizioni scritturali che generano un immagine monocroma. Le lettere hanno carattere e indicano un suono. Tante lettere sono una sinfonia. Russolo e Avraamov origine del rumorismo, Theremin ed il magnetismo sonoro, Cage e il suo alternarsi rumore/silenzio, Grossi ovvero gli albori della computer art italiana. Per l’immagine in movimento presento un installazione filmicosonora omaggio all’attore Franco Citti nel film Accattone. La sonorizzazione del film è musica elettronica da me composta.


La mostra presenta inoltre lavori nati in collaborazione con Florindo Rilli. Da sottolibeare che siamo della stessa generazione e quindi stesse influenze culturali da autodidatta. 36(00)Hz è una installazione fotografica LOMO con suono generato dalle immagini stesse, prodotto con un semplice software. L’installazione nasce nello specifico per il festival Sguardi Sonori nel 2004. “P” è un opera videofotografica con suono digitale anch’esso elaborato da me da field recordings e venne presentato per la prima volta ad Art Basel Miami (USA) nel 2009. “SinSonSun “ è un film sperimentale presentato alla 91mq gallery a Berlino nel 2009. Le foto sono frutto di una performance filmica dalla più ampia durata dal titolo “Apocalisse a Berlino”. Il corto è una elaborazione digitale filtrata ed una sonorizzazione con musica minimal-elettronica. A conclusione il giorno dell’inaugurazione verrà sonorizzato dal vivo un film sperimentale da me concepito e realizzato dal titolo “FissoAutoMobile”.  


Dicembre 2019

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